Descrizione
Piccolo Antozoo coloniale dell’ordine degli alcionacei, famiglia dei Alcyoniidae; endemico nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico.
Sessile e completamente privo di un sostegno scheletrico, il singolo polipo ha un corpo tubolare, molto sottile ed allungato, detto colonna; in cima alla colonna vi è un piccolo disco orale circondato da una una piccola corona formata da otto tentacoli; al centro del disco orale si apre un piccolo stoma che è in comunicazione con l’unica cavità gastrica interna.
Per gemmazione questo antozoo crea grosse colonie formate, a differenza degli altri Alcionacei, da un solo tipo di individui: gli autozooidi.
Le colonie, di consistenza carnosa e di color crema, oro o grigio, assumono la forma grosso modo di un albero, con le propagini molto ramificate; la base delle colonie è irrobustita da numerose spicole calcaree presenti nella cenosarco.
In caso di pericolo i singoli polipi espellono l’acqua e si ritirano all’interno della mesoglea, facendo assumere alla colonia un aspetto cuoioso.
Molto robusto, per essere un invertebrato, è abbastanza adatto all’acquario di barriera in convivenza con altri invertebrati purchè li si mantenga ad una certa distanza di sicurezza.
La S. flexibilis emette dei terpeni (chiamati flexibilide e dihydroflexibilide) che sono conosciuti per essere tossici per le specie come Acropora, Catalaphyllia, Euphyllia, Plerogyra e Porites; è quindi importante mantenere nel filtraggio uno stadio a carbone attivo, al fine di rimuovere in modo sicuro eventuali terpeni prodotti.
Preferisce essere sistemato in una zona con una forte corrente d’acqua, in maniera tale che si apporti il nutrimento alla colonia e si asportino i prodotti di rifiuto secreti dagli individui; è anche preferibile sistemarlo sotto una forte illuminazione, meglio se ottenuta con lampade fluorescenti lineari o con lampade HQI.
Si nutre soprattutto dei prodotti delle Zooxantelle simbionti ma beneficerà di razioni supplementari di cibo, tipo micro-plancton, liofilizzato o surgelato, oppure degli appositi preparati studiati per invertebrati filtratori.
Non ha particolari esigenze, rispetto agli altri invertebrati, per quanto riguarda i valori chimici e fisici dell’acqua che deve solo essere ben filtrata, ossigenata, priva di nitriti.
Soffre ovviamente per la presenza di nitrati e fosfati, nel qual caso la colonia appare stentata, poco propensa ad estroflettere completamente i singoli individui; sono quindi consigliabili frequenti ed abbondanti cambi dell’acqua con sifonatura del fondo nonchè aggiunte regolari di oligoelementi e bioelementi.
Nell’acquisto è importante osservare che il piede risulti integro e non lacerato e che non presenti ferite dovute ad un trasporto poco attento.
Quindi, fintanto che viene utilizzato carbone attivo nel filtro, non dovrebbe mai mancare nell’acquario di invertebrati del principiante alle sue prime esperienze, ma anche in quello di un più esperto acquariofilo.
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